Letenox: niente dolore dal passato

Posted in Varie with tags , , , , on 2 ottobre 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Bentrovati a tutti. Riprendo l’attività del blog dopo un periodo di pausa e lo faccio con un post relativo a un nuovo farmaco che dovrebbe entrare in commercio tra la metà e la fine di ottobre: il Letenox.

Per non annoiarvi con preamboli e cappelletti vari preferisco andare subito al sodo. E allora stiamo ai fatti. La M&K, ditta di Padova titolare del brevetto e produttrice di questo nuovo farmaco, ha scelto di usare la rete come volano principale per la propria campagna promozionale. Una decisione che da addetto ai lavori nonché entusiasta sostenitore del web come strumento fondamentale per le nuove campagne di comunicazione non può che suscitare il mio apprezzamento.
Gli ultimi dati relativi al comportamento rispetto alla malattia dimostrano che sempre più gente prima di andare dal medico ha preso la buona abitudine di documentarsi su internet sia sulle patologie sia sulle relative cure in modo da arrivare all’incontro già preparata ed informata. Dunque, ragionando in valore assoluto, una società farmaceutica che sceglie il web come volano per fare conoscere il proprio nuovo gioiello e impronta la campagna di comunicazione pre-lancio su nuove piattaforme come possono essere YouTube (dove è disponibile il video promozionale del Letenox) oppure Facebook (dove sono presenti gruppi d’opinione) riceve da parte mia un bel pollice verso l’alto.

Quanto detto fino ad ora però esiste, ripeto, solo se ragioniamo in valore assoluto. Se invece approfondiamo la conoscenza il pollice comincia, ben presto, a ruotare in senso antiorario. Ecco perché. Dalla documentazione resa disponibile sul sito del Letenox apprendo che si tratta di un farmaco in grado di agire in modo selettivo sulla memoria. Incuriosito dall’argomento inizio a fare una piccola ricerca e trovo una serie di articoli e pubblicazioni che parlano di cancellazione chimica dei ricordi traumatici. In altre parole una pillolina di questo nuovo farmaco sarebbe in grado non di farci dimenticare le brutte esperienze ma di impedire che a queste sia associata una manifestazione di dolore o di sofferenza.
Questo non è un blog di filosofia e non ha la pretesa di esserlo però è chiaro che un prodotto come il Letenox disponibile sul mercato e dunque prescrivibile, non può non sollevare un dibattito di natura etica. Non è forse attraverso i ricordi, belli e brutti, che forgiamo il nostro essere? Non è l’esperienza che condiziona il nostro agire? E’ vero che certe esperienze possono bloccare la normale evoluzione sociale dell’individuo ma è pure vero che in un mondo cinico come il nostro tutto può accadere e tutto può essere reso possibile anche grazie all’uso di certi prodotti.

Come al solito, informatevi e dite la vostra.

IranianWebGate

Posted in Varie, Web & Politics with tags , , , , , , , on 17 giugno 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Da giorni arrivano notizie poco confortanti dall’Iran. Repressioni, sospetti di brogli elettorali, libertà di stampa e di espressione ridotta all’osso, scontri violenti tra manifestanti e polizia in carica continua. Ai giornalisti stranieri, inviati sul posto per seguire le elezioni presidenziali, sono state ritirate le tessere speciali, in altre parole i lasciapassare che garantiscono loro la protezione necessaria. Filmare in modo ufficiale non è impresa facile.

E allora l’informazione si sposta su altri canali: sceglie la rete, quei famigerati social media che l’attuale presidente Mahmud Ahmadinejad aveva cercato e cerca in tutti i modi di controllare. Prima delle elezioni Facebook era stato bloccato. Attraverso Google, come già accade in Cina, non è possibile raggiungere i siti che parlano di politica in apperta opposizione alla linea presidenziale ed a favore del candidato progressista Mousavi, uscito sconfitto dalle urne ma non senza pesanti sospetti sulla regolarità del voto.

Oggi l’Onda Verde, il movimento che si oppone ad Ahmadinejad e sostiene il suo principale avversario, ha dichiarato che l’unico modo per diffondere le informazioni e la verità è Twitter. Come dire Social Media come nuovo strumento per la rivoluzione sociale, per diffondere notizie e conoscenza contro lo strapotere dei governio e di quei media tradizionali che la cattiva politica controlla ed orienta.

Sulla rete non si contano gli appelli ad utilizzare i social media e i social network per fare conoscere i fatti. Unica cautela quella di pubblicare il tutto usando lingue straniere in modo da rendere più difficile l’intercettazione dei messaggi e, allo stesso tempo, raggiungere il maggior numero di persone nel mondo. Intanto nei giorni scorsi le scene di repressione dura avevano fatto il giro del mondo grazie ai telefonini e YouTube, dove i video degli scontri di piazza sono stati caricati pochi minuti dopo gli incidenti stessi, ricevendo centinaia di migliaia di contatti nel giro di poche ore. Nello stesso momento la televisione e gli organi di informazione ufficiali del regime di Teheran si affrettavano a coprire le stesse notizie con una cappa di menzogne. Risultato: la magra figura si commenta da sola.

Poche ore fa, intanto, un gruppo di hacker ha messo in rete un invito aperto, una richiesta di collaborazione a tutti coloro i quali vogliono unirsi alla crociata tecnologica in favore della democrazia in Iran. L’idea è quella di organizzare un attacco in simultanea ai siti istituzionali del paese islamico con l’obiettivo di oscurararli. Se qualcosa dovesse cambiare in Iran nei prossimi giorni, se i voti dovessero essere conteggiati ancora e riscontrati brogli tali da stravolgere il primo risultato delle urne che ha consegnato il potere nelle mani di Ahmadinejad per un nuovo mandato presidenziale, allora si sarebbe di fronte alla prima rivoluzione social-tecnologica. Un nuovo modo di opporsi alla cattiva politica che soffoca le libertà unendo il tradizionale strumento della piazza a quello dell’agorà virtuale. Una sola differenza corre tra le due: nella prima i militari possono sparare ad altezza d’uomo e caricare per reprimere. Nella seconda le loro gesta finiscono su milioni di computer scatenando l’indignazione generale. Senza filtri.

Dite la Vostra…

Saluti

Attenzione sono Virale!!!!

Posted in Io nel Web, Varie, Web & Politics with tags , , , , , , , , on 9 giugno 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Fin qui abbiamo parlato in via teorica e generale. Adesso è il momento di andare più sul concreto e di cercare di comprendere cosa vul dire avere un diverso approccio alla diffusione dei contenuti e utilizzare in modo proficuo la tecnologia e il web.

Un piccolo esempio

Faccio un intervento gradevole sulla questione delle acque sorgive oppure sulle fonti rinnovabili come futuro del pianeta ad un convegno ambientalista. Problema: la manifestazione si tiene a Soprano di Sotto un piccolo centro tra le valli su del nord con il risultato che nessuno saprà che cosa ho detto, fatta eccezione per i presenti, diciamo un centinaio di persone. Unico giornalista presente un giovane collaboratore precario della piccola testata locale.

Adesso modifichiamo leggermente la scena.

Io non solo faccio un buon intervento ma dico anche di avere un blog dove pubblico tutti i miei contenuti e riflessioni, compreso il video sulla mia partecipazione al convegno di Soprano di Sotto.
Se dieci persone intervenute (dieci su cento) sono blogger, con molta probabilità entreremo in rapporti e questo significa pubblicazione sulle loro pagine dei miei contenuti e link permanente al mio blog. Tradotto vuol dire che la loro rete di contatti saprà che io e le mie idee esistiamo. Se poi per caso qualcuno di questa rete trova interessante quello che faccio o dico allora il gioco si ripete ancora e così via per un numero di volte potenzialmente infinito. Se ad ogni step io entro in contatto con dieci nuove perosne…fate voi i calcoli.

Risultato

Nell’arco di poco tempo il mio intervento ha raggiunto anche un gruppo a Sottano di Sopra, dall’altra parte del paese, a migliaia di chilometri di distanza e grazie al contatto con loro sono in relazione con persone delle quali ignoravo l’esistenza.

Questo breve esempio è solo indicativo del potenziale di diffusione di un messaggio offerto da una buona strategia basata sulla rete e da un modo di fare syndication attraverso internet. Non per niente l’aggettivo utilizzato in questi casi è virale.
Si tratta di un esempio solo indicativo perché si parla semplicemente di una diffusione attraverso i blog e non sono state tirate in ballo né canali personali su YouTube, né profili o gruppi su Facebook e nemmeno Twitter.

Bisogna ricordarsi, però, di una cosa basilare: Internet è davvero potente e può diffondere le idee ovunque e con incredibile velocità ma il parto di queste e la loro qualità è ancora copyright esclusivo dell’essere umano.

Dite la vostra…

Saluti

Tonino e la Rete

Posted in Web & Politics with tags , , , , , , on 9 giugno 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Chiuse le urne si aprono le danze. Con i numeri sempre in primo piano, diagrammi a barre dinamici, pie charts e colori misti si è dato inizio al valzer dei commenti e delle riflessioni sul voto europeo. Ognuno, dal canto suo, ha la chiave di lettura più corretta ma non è questo il luogo deputato per discutere sui vincitori e i vinti.

Malgrado non se ne sia discusso nei vari speciali di approfondimento, tele-salotti e maratone di commento assortite, Internet ha dato prova – qualora ce ne fosse ancora bisogno – del suo potenziale, giocando un ruolo da gregario a cinque stelle in questa tornata elettorale continentale.

Veniamo al dato. Comunque la pensiate e qualsiasi sia la vostra idea politica e il vostro giudizio sui contenuti del programma, l’Italia dei Valori, il partito di Antonio di Pietro, ha quadruplicato – passando dal 2 all’8 per cento – il volume dei suoi consensi rispetto alla scorsa consultazione per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo.

Come è accaduto? La valutazione squisitamente politica la lascio a chi si occupa di questa materia. Da tecnico quello che trovo interessante è il modo, l’approccio comunicativo utilizzato. L’Idv è stato uno dei pochi partiti che ha davvero fatto un uso massiccio della rete per comunicare con la sua base, mettendo on line i propri contenuti sotto diverse forme: video su YouTube, post su Facebook, articoli sui blog, messaggi sui forum, oltre all’aggiornamento costante del sito ufficiale. In altre parole sfruttando in modo efficiente la rete e la syndication tra i vari blogger e i diversi social media.

Ho sentito anche dire che il partito fondato dall’ex pm di Mani Pulite ha saputo sfruttare pienamente il volano azionato da Beppe Grillo e “dai suoi”. Nessuno però ha saputo replicare a questa affermazione con un piccolo appunto di natura tecnica: il movimento di Beppe Grillo vive grazie ad un blog ed all’uso massiccio della comunicazione attraverso la rete. Dunque sempre lì casca l’asino!!

Si può obiettare a tutto questo sostenendo che se poi il programma non è valido i voti puoi solo sognarli per scacciare via l’incubo della disfatta elettorale. Qui non è in discussione questo. La validità delle idee è la prima cosa, è il fondamento dell’azione. Se a questo unisco un potenziale comunicativo eccellente, la miscela è fatta. Bisogna ricordarsi che la gente parla sul web, commenta su tutto, ascolta, legge, si informa attraverso la rete e poi valuta. Intanto, però, l’idea è circolata.

In un momento in cui tutti si lamentano di una forte ingessatura della comunicazione tradizionale, forse cercare altre strade per raggiungere la base e non solo, potrebbe rivelarsi un’arma vincente. Cambiare strategia, approccio, strumentazione, non vuol dire smettere di fare politica e campagna elettorale in modo consueto e consolidato: andare per le strade, incontrare la gente, verificare di persona i problemi, ascoltare tanto quello che il popolo ha da dire, e ancora comizi, interventim promesse e visioni del futuro. Cambiare approccio alla comunicazione vuol dire continuare a fare tutto questo…solo farlo in modo più efficace ed efficiente.

Dite la vostra…

Saluti

Il mio nome è Earth…Google Earth

Posted in Io nel Web, Varie with tags , , , , , on 3 giugno 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Alzi la mano chi, almeno una volta, non ha desiderato avere tra le mani una delle diavolerie create dall’ingegno di “Q” e messe a disposizione del più famoso e famigerato agente segreto con licenza di uccidere del mondo: Mr. James Bond, agente 007 al servizio di Sua Maestà.

Direte voi: cosa c’entra questa digressione letteraria con il mondo dei Social Media? Il legame è rappresentato da Curtis Melvin e dalla sua idea/passione diventata realtà sul computer di casa sua.

Curtis Melvin è un ricercatore economico della Virginia con un forte interesse per i mercati emergenti ed in particolare per la Corea del Nord. E’ un blogger e come tale sfrutta i Social Media per comunicare con altri appassionati e abitanti del paese del sud est asiatico per condividere informazioni e conoscenze. Mettendo insieme tutte queste notizie e sfruttanto le immagini satellitari disponibili su Google Earth, il ricercatore ha così potuto tracciare una mappa precisa dei siti e degli antri nascosti di questo paesem tanto citato ma così poco conosciuto, ritenuto dalle agenzie di intelligence mondiali, uno dei più difficili da penetrare. Il tutto stando comodamente seduto nello studio di casa sua ad Arlington, non molto lontano da Washington DC.

Tra i siti messi in evidenza ci sono i campi di detenzione che si estendono per svariati chilometri quadrati, prigioni più volte denunciate dagli attivisti di Amnesty International per violazione dei diritti umani e dove gli esuli hanno svelato essere presenti anche delle fosse comuni. I campi di lavoro dove vengono spediti i prigionieri e soprattutto i dissidenti politici avversari del regime del presidente perpetuo Kim Jong II; si vede l’ingresso della grotta dove è stato effettuato l’ultimo test nucleare – prove tecniche di nuovi armamenti che hanno fatto balzare la Corea del Nord in testa alla lista dei pensieri cattivi delle agenzie diplomatiche internazionali – ma anche la “Elite Zone” dove si trovano le ville e luoghi di divertimento dell’establishment nordcoreano con tanto di piscine e parchi.

Spulciando la mappa si possono trovare anche tantissime altre notizie curiose: si vedono i numerosi palazzi presidenziali spesso vuoti, le numerosissime stazioni ferroviarie che servono aree in cui da decenni non ci sono piu’ fabbriche in attività; un’infinità di batterie antiaeree; piazze immense adorne di monumenti che ritraggono il presidente ma completamente vuote; la rete elettrica e tanto altro.

Se volete dare un’occhiata da vicino basta cliccare qui per raggiungere il blog di Melvin e scoprire la genesi di questo progetto. Per vedere live le mappe, però, dovete installare sul vostro computer il plug di Google Earth che potete scaricare da qui.

Piccola nota a margine. Ieri sera ho sentito in tv alcuni esperti di cose militari dire: “Ma volete che i servizi di intelligence non abbino già pensato a tutto questo? Non creaimo falsi miti ed una mandria di improvvisati agenti segreti”. Il punto non è se i servizi segreti abbiano o no questo genere di informazioni, non ci riguarda e non è questa la sede per discutere del tema. Il cuore del tema è che attraverso un plug in sul computer di casa e una rete di contatti costruita attraverso i Social Media si è arrivati a tutto questo. E sempre grazie alla “viralità” tipica delle notizie in rete, nel giro di poche ore questo lavoro è stato visionato in tutto il mondo ed è diventato oggetto di discussione.

Forse questa esperienza virtuale non sarà avventurosa e sensuale come una missione di James Bond ma per essere informati non serve nè essere sudditi di Sua Maesta nè avere la licenza di uccidere. Basta solo quella di navigare…

Il dibattito è aperto…

Saluti

Facebook è il problema?

Posted in Varie with tags , , , , , , , on 24 Maggio 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

La notizia è di due giorni fa. L’attore Alessio Saro, in arte Billy Ballo, è stato arrestato dalla squadra mobile con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di tredici anni. Il contatto tra i due sarebbe avvenuto attraverso le pagine personali pubblicate su Facebook.

Mettendo da parte qualsiasi opinione personale sui capi d’accusa che caratterizzano questa vicenda, quello che mi ha interessato in modo particolare sono stati i dibattiti nati sulla scia del caso. Una sequela di esperti del nonsobenedicosastoparlando che hanno pontificato sulla necessità di controllare meglio questi nuovi mezzi di comunicazione, questi “tremendi” social network che si sono sostituiti agli oratori e alle piazze. Internet che diventa veicolo di corruzione dei valori classici della società; un mezzo che genera isolamento e via cantando tutto il repertorio dell’orrore legato alla rete.

Veniamo al punto. I nuovi mezzi di comunicazione di massa hanno moltiplicato in modo esponenziale le possibilità di contatto tra le persone. Tra queste, e le numerose inchieste sulla pedofilia online lo dimostrano, si nascondono cattivi soggetti che usano nuovi strumenti online per adescare o per scambiarsi materiale. Indubbiamente Internet ha cambiato il nostro modo convenzionale di comunicare e di creare reti sociali ma i metodi educativi sono ancora un’esclusiva dei genitori, credo. Oppure mi sbaglio e anche questi, oggi, si mettono in atto via Facebook o via chat?

Forse sarebbe il caso di aggiornare i parametri del parental control perché la società è “leggermente” mutata negli ultimi anni. Non accettare caramelle dagli sconosciuti è sempre un buon insegnamento ma adesso gli sconosciuti non ronzano più solo fuori dalla scuola…

Un buon inizio potrebbe essere quello di invitare ai dibattiti persone competenti e non presunti esperti del luogo comune e soprattuto cambiare la prospettiva cominciando a familiarizzare con il concetto che il problema non è il mezzo, il problema è quanto sensibile è il nostro sistema d’allarme sociale. Informazione e maggiore osservazione partecipata da parte dei genitori può prevenire certi inconvenienti se non cose peggiori.

Dite la vostra

Saluti

Ho il link al Social Network = Sono connesso…forse!

Posted in Io nel Web, Web & Politics with tags , , , , on 21 Maggio 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Un vecchio adagio popolare recita che “zucchero non guasta bevanda”. E allora giù con i link e linkettini a tutte le pagine possibili ed immaginabili. E dopo? Basta solo ingolfare la nostra homepage di simboli cliccabili a tutti i social network per dirci moderni e connessi? Pensare che avere sul sito i collegamenti ai più “cool” tra i social network non vuol dire essere cool per luce riflessa?

La risposta, a mio avviso, è chiaramente no. Fin qui nulla di nuovo sotto al sole, si potrebbe dire, ma quando si vuole fare comunicazione in modo serio è sempre meglio evitare di inseguire chimere perdendo di vista le cose basilari…:))

Nell’era di internet, dove fare merketing di se stessi come dei propri prodotti aziendali, non si può prescindere da una buona/ottima comunicazione via web, e costruire la nostra strategia su basi così fragili, frutto di poca conoscenza e consapevolezza degli strumenti che si va ad utilizzare, significa darsi la zappa sui piedi. E anche in modo violento.

Come evitare questo errore formale e sostanziale? Prima di tutto dobbiamo informarci (da soli oppure affidandoci a professionisti del settore). Capire bene come funziona un determinato media, da un punto di vista della costruzione della rete sociale – quella che in gergo si chiama community – e dopo avere acquisito questo tipo di conoscenze possiamo iniziare a pianificare la nostra strategia di comunicazione specifica per quel determinato social network.

In generale bisogna puntare sui contenuti che cementino il rapporto tra noi e la community che abbiamo creato. Dobbiamo fornire ai membri della nostra community qualcosa che li faccia sentire parte di un gruppo; dare loro informazioni particolari, esclusive, interessanti con la possibilità di creare un dibattito, fornirci dei feedback. Tutto questo rende vivo un network sociale e spinge gli utenti a tornare per avere notizie e invitare altre persone a farne parte.

Bisogna, in sostanza, creare un luogo di conversazione diretta, interessante e partecipata dove sopratutto noi partecipiamo. Se io non figuro come membro attivo della community che ho creato, scavo un fossato tra me e gli altri senza ponte levatoio. E come pensate si traduca tutto questo?

Forse prima di aggiungere altro zucchero alla nostra bevanda sarebbe meglio assaggiare e se non si è ancora troppo sicuri di quello che si sta facendo si può sempre consultare più di un sito di cocktail ed evitare di fare sbagli che potrebbero danneggiare la nostra fama di barman.

Dite la vostra…

Saluti

Io nel Web – Strategie di comunicazione varia

Posted in Io nel Web on 19 Maggio 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Tagliamo il nastro di questa nuova sezione del blog. Qui dentro affronteremo quelle che sono le tematiche legate alle nuove e possibili strategie di comunicazione connesse ad internet. Uno spazio teorico/pratico nel quale discutere e confrontarci sui possibili approcci alla comunicazione web.

Per agevolare la consultazione del blog vi ricordo di sottoscrivere il feed. Basta clikkate qui feed e abbonarsi al servizio (è tutto GRATIS!!!).

Usando questo sistema di condivisione sarete sempre informati sui nuovi contenuti del blog.

Grazie a tutti

Saluti

Sono un esperto di vu vu vu! – Primi passi per creare un sito internet

Posted in Io nel Web on 19 Maggio 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

C’era un tempo, nemmeno tanto remoto, in cui realizzare un sito iternet era roba da gobbuti smanettoni in stile Nerds. In realtà oggi mettere in piedi una pagina web non è per nulla difficile, anzi.
Il luogo comune che internet sia qualcosa di complicato, esclusivamente dedicato alle nuove e nuovissime generazioni cresciute a latte, tv e computer, oppure a specialisti del settore. Tutto questo è un falso clamoroso!

Basta andare su qualsiasi motore di ricerca (Google, Yahoo etc) e navigare tra i diversi tutorial offerti gratuitamente. Vere e proprie lezioni di informatica di base che nel giro di poche pagine – meno di un’oretta di lettura – ci consegnano gli strumenti fondamentali per imbastire il nostro sito.
Se poi maneggiare il codice non è proprio cosa da noi, allora basta affidarsi alla funzione “Visual” presente nei software di creazione di pagine web. In altre parole noi componiamo la pagina inserendo, dove vogliamo, immagini e parole, lui – il software – scrive il codice al posto nostro. Per chi volesse cominciare consiglio Nvu, un programma open source gratuito per la creazione e gestione di pagine web.

La vera sfida, oggi, non è tanto avere un sito internet ma farlo funzionare in modo efficace. Una volta che la nostra pagina è scritta e messa online – acquistare uno spazio per il web è davvero abbordabile ed esistono molti servizi di hosting che possono aiutarci in questo – è necessario valorizzare il nostro sito.

Come si fa? Due consigli molto semplici sono: studiare e condividere.

Per entrambe queste azioni possono esserci molto d’aiuto i social media ovvero blog (come questo dove siamo adesso), forum, newsgroup, social network e chi più ne ha più ne metta. Luoghi dove è possibile informarsi, studiare e condividere esperienze in modo da accrescere le nostre conoscenze e migliorare il nostro sito e di conseguenza tutto quello che ruota attorno ad esse. Inoltre attraverso questi strumenti è possibile farci conoscere e condividere con altri le nostre pagine web.

Cambiare approccio al web, cambiare filosofia di comunicazione sfruttando il potenziale della rete per raggiungere quante più persone possibile. Stare in contatto ovvero condividere può aprire porte che mai avremmo pensato esistessero, attraverso le quali raggiungere sempre nuovi traguardi.

Non basta avere un sito per essere connessi o per dirsi moderni e al passo con i tempi. Forse un una volta, agli albori del web, questo approccio poteva andare bene. Oggi è necessario sviluppare una nuova mentalità, un nuovo approccio alla comunicazione via internet attraverso il quale crescere in modo costante se non, addirittura, esponenziale. Sotto tutti i punti di vista.

Saluti

Riflettendo qua e là…

Posted in Web & Politics on 18 Maggio 2009 by Luigi "Bronco" Luzzio

Che legame esiste tra la comunicazione politica e l’analisi delle offerte di lavoro nelle aziende private? Come il trucco del mago, anche questo legame c’è malgrado a primo acchitto non si veda chiaramente. Permettetemi di esporre il mio punto di vista…

Cercare lavoro nell’ambito della comunicazione offre la possibilità di riflettere sul proprio profilo professionale e trarre le dovute considerazioni sulle proprie conoscenze. Fino a qualche anno fa avere un’alfabetizzazione informatica di base poteva essere quel “certo non so che” da giocarsi in fase di selezione, il coniglio grasso da tirare fuori dal cilindro. Oggi le cose sono radicalmente cambiate.

Conoscere i software di videoscrittura, gestione fogli elettronici, database e compagnia cantando sono, per dirla all’anglosassone, “un must”. Lo devi avere per forza altrimenti preparati a ricevere – nella migliore delle ipotesi – una bella mail di ritorno con un “I regret to inform you…” in pole position. In altre parole significa che ti hanno scartato.

Puoi dare la colpa al fato, a quei maledetti raccomandati che appestano il modo del lavoro, alle mezze stagioni che non esistono più o all’estinzione dell’asinello sardo ma forse al cinquantesimo “I regret” è meglio cominciare a pensare di potenziare il CV.

Che bella novità, direte voi. Una scoperta degna dell’acqua calda! Alla fine dei giochi e dell’invettiva però la questione rimane irrisolta e tocca a noi trovare il bandolo della matassa. E allora da dove cominciare? Che cavolo potenzio?

Se scorriamo il profilo tipo di un’offerta di lavoro in ambito comunicazione – e mi limito a questo per non tediare chi legge – troviamo la nostra risposta.
Il primo pallino dell’elenco puntato è il titolo di studio; il secondo sono le lingue straniere (attenzione non è un refuso, è proprio plurale perché l’inglese da solo ormai è sempre meno richiesto); il terzo è l’alfabetizzazione informatica e poi…rullo di tamburi, ecco la nostra risposta: il quarto pallino è la richiesta di conoscenza almeno dell’HTML (meglio avere un’infarinatura anche di PHP), delle strategie di base della ricerca su internet e di scrittura per il web.

Se tutte le aziende richiedono questo genere di competenze per assumere e per comunicare con i potenziali clienti che affollano la rete qualche cosa vorrà dire. Se l’uso del web è diventato uno degli strumenti principali nelle strategie marketing vuol dire che la rete è riconosciuta, dagli esperti del settore, come fondamentale per raggiungere l’utente finale.
Fare una buona comunicazione via internet è la chiave di un successo oggi.

Perché la politica non si ferma a riflettere attentamente su questo e non inizia a virare per cambiare rotta ed adeguarsi ai tempi? Logicamente in modo serio prima che l’ I regret to inform you arrivi dagli elettori delusi.

Saluti